Assistere alla vittoria sorprendente di Donald Trump è stato devastante per l’establishment ovvero per tutti coloro che vogliono mantenere le cose come stanno per poter continuare a godere dei privilegi di cui stanno beneficiando, in barba ai principi di democrazia, uguaglianza e onestà.La Brexit prima e l’elezione di Donald Trump dopo.
Text > Piero Cattani
Establishment _ sostantivo maschile_ significato tradizionale:
L’insieme dei detentori del potere economico e politico, e dei loro sostenitori, che in un paese vigilano sul mantenimento dell’ordine costituito e occupano un posto di rilievo nella vita sociale e culturale.
Establishment _ sostantivo maschile_ significato aggiornato:
L’insieme dei detentori del potere economico e politico, e dei loro sostenitori, che in un paese cercano con ogni mezzodi mantenere l’ordine costituito e occupano un posto di rilievo nella vita sociale e culturale a discapito della brava gente.
Dopo la Brexit e la vittoria di Donald Trump, il mondo dell’informazione ha perso di credibilità non solo perché non ne ha azzeccata una che una, ma perché ha palesato la sua vera essenza, anche a chi, mancando di malizia e senso critico, ha sempre avuto fiducia nei valori del giornalismo.
Oggi abbiamo visto che non esiste più una stampa che ha la funzione di vigilare e criticare chi detiene il potere, quanto piuttosto una “classe” di giornalisti privilegiati che, nascondendosi dietro movimenti di destra o sinistra, altro non fanno che leccare dei culi per poter restare nel club dei benestanti.
E non parlo solo di soldi, ma di privilegi in senso lato.
Da decenni ormai, i giornalisti sono più dediti ai salotti bene, ai party esclusivi, alla ricerca della notorietà, piuttosto che non all’analisi sul campo. Chi ha più voglia di indispettire qualche politico o, addirittura, di rischiare una scheggia di granata?
Oggi il giornalista è un servo, fighetto, leccaculo. E ai giornalisti voglio aggiungere tutti coloro che si autodefiniscono l’élite culturale: artisti, insegnanti, critici, studiosi, ecc. A quel mondo, cioè, che in passato ha sempre contribuito a sostenere culturalmente i grandi cambiamenti sociali. Oggi sono solo merda! Sono diventati membri di una casta che cerca di mantenere lo status quo a dispetto delle necessità di cambiamento e rinnovamento della società. Leccaculo al pari dei giornalisti. Personacce che si fanno portatrici di finti ideali (luoghi comuni) come lintegrazione, l’uguaglianza, il rispetto per gli animali, la cultura democratica e chi più ne ha più ne metta. Sono strilloni che alzano la voce per coprire le voci del dissidio e del rinnovamento. Ma, tutti questi attori d’avanspettacolo demodé, non hanno fatto i conti col mondo reale. Hanno pensato che la loro forza fosse tale da imbavagliare il popolo per sempre. Invece, e per fortuna, non è più così.
Gli elettori hanno mandato a fare in culo tutti.
Ah, che goduria. Ah che bello vedere in televisione tutte quelle facce sconvolte e inorridite.
Pensate a Beatrice Borromeo che, appena morto Umberto Veronesi, ha avuto il cattivo gusto di dire: meno male che il poverino è morto senza dover vedere la vittoria di Trump. Pensate a chi ha paragonato l’esito delle elezioni americane al terremoto in centro Italia. Pensate al mancato rispetto verso quei milioni di elettori che hanno preferito Trump alla Clinton o l’uscita dell’Inghilterra dalla malata Europa.
Poveri poveri mentecatti.
E infine, concedetemelo perché sono uno degli ascoltatori della Zanzara, il programma di Radio 24, pensate a quell’ipocrita di Parenzo, paladino di quegli ideali portati avanti da pseudo-intellettuali di sinistra per poter continuare a far parte del Parnaso che, a differenza di quello mitologico, ha sostituito l’ambrosia col succo di merda.
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