“Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita” Diceva l’illustre riminese Federico Fellini. E proprio a Rimini, >bmmZONE incontra l’imprenditore Lucio Paesani che dalla ristorazione alla musica, passando per i grandi eventi (come la Molo Street Parade) e l’impegno sul territorio (consorzio Rimini Porto), utilizza differenti linguaggi per esprimere la bellezza della sua città.

Siete stati i primi a lamentarvi della deriva di Marina Centro, quali sono stati i primi sentori che vi hanno fatto pensare ad una morte imminente?

Qualche anno fa Roberto Piccinelli, redattore della guida al piacere e al divertimento definì il COCONUTS “l’unica luce in un buco nero che va da Riccione a Milano Marittima”, io però non ho mai pensato che Rimini potesse morire. Rimini ha una capacità unica di reinventarsi e di rinascere dalle sue ceneri come l’araba fenice. Tuttavia, a un certo punto, Rimini ha smesso di fare quello che è nel suo DNA, ha smesso di interpretare la realtà, ha smesso di dare forma ai sogni e ha pensato che avrebbe potuto continuare a vivere di rendita, come pensarono, sbagliando, gli aristocratici travolti dalla rivoluzione industriale nell’Ottocento. Erano gli anni in cui a Torino si pianificava la rigenerazione urbana d’interi quartieri industriali e si cercavano “funzioni” per arrestare il degrado generato da un cambiamento economico-sociale.

Qua, al contrario, alcuni autoproclamati “professori” di turismo parlavano di un unico turismo possibile, quando tutte le realtà turistiche del mondo si specializzavano nei… “turismi”. Senza contare che Internet, voli low-cost, villaggi “all inclusive” e “all you can eat” avevano aperto le frontiere di un mondo, fino ad allora inaccessibile, rendendo impossibile un ritorno ai favolosi anni Settanta, quando Rimini si era imposta sul mercato come “offerta che creava la domanda”.

Mentre il mondo guardava a nuovi assetti di Città ecosostenibili, si progettavano, al Porto di Rimini, ipermercati e palazzine secondo orrendi concetti architettonici mutuati da Dubai, dove, la firma dell’archistar di turno era la foglia di fico sull’impresentabile, il tutto alla vigilia del crollo del mercato immobiliare che a Rimini, tra l’altro, era già saturo.

Riassumendo il ragionamento, Rimini, che nel 1843 s’inventa il primo stabilimento balneare, e negli anni ‘50 trasforma un’intera generazione di mezzadri in albergatori, anziché accettare la sfida si siede.

E poi?

E poi arriva Gnassi… Mette nel cassetto il politicamente corretto, fa scelte coraggiose – e impopolari all’inizio – e cerca di recuperare in 10 anni il lavoro che non si è fatto prima della crisi, quando non esisteva il patto di stabilità e tante altre belle cose che il nuovo sistema ci ha regalato, e tesse una tela di cui già si vedono i primi risultati, ma che darà i suoi frutti migliori dopo che lui avrà terminato il secondo mandato. A Rimini riaprirà il cinema di Fellini, il Fulgor. A Rimini, dopo 70 anni, riaprirà il Teatro Galli, inaugurato nell’800 da Giuseppe Verdi, e questo Capodanno nel cantiere, proprio dove si esibì Verdi, ha suonato Skin con il Castello Malatestiano a far da cornice… come a dire… passano gli anni, ma siamo sempre noi: siamo sempre Rimini. Gnassi è la dimostrazione vivente che la soluzione non è l’antipolitica, ma la buona politica.

Grazie alla collaborazione con l’amministrazione comunale e al primo cittadino di Rimini, siete parte attiva e pulsante della città, pensiamo alla Notte Rosa e alla Molo Street Parade. Quale futuro intravedi?

Ma vedi, qui passiamo alla pratica dopo le enunciazioni teoriche. Essere protagonisti vuole dire fare la propria parte. Assumersi oneri e onori (pochi in realtà). La Molo Street Parade non è la soluzione di tutti i mali, è solo un evento, dura solo un weekend, ma il servizio che fa alla Città di Rimini a livello di comunicazione è dirompente. Grazie alla Molo quest’anno abbiamo una station di Radio M2O che dal porto trasmette in diretta nazionale per 40 giorni, e da qui nascerà un’arena dei grandi eventi che porterà nei prossimi anni tutti i top players internazionali della musica. Oltre a questo sono orgoglioso del fatto che la sinergia tra pubblico e privato, abbia creato un meccanismo virtuoso che ha permesso al Comune di Rimini di risparmiare nelle ultime 5 edizioni una cifra che oscilla intorno al milione e mezzo di euro… Soldi di tutti, che in tempo di crisi, possono trovare destinazioni più nobili ed immediate.

Cosa rappresenta il Coconuts per Rimini?

Molto, più di quanto si creda, e non lo dico io, lo dicono 18 anni di attività, una media di 250.000 persone che lo frequentano ogni estate e centinaia di aziende nazionali ed internazionali che lo scelgono come location dei propri eventi…

Uno dei macrotemi del nostro numero è l’eterna giovinezza, cosa significa mantenersi giovani per una persona che fa il tuo lavoro?

Penso che al giorno d’oggi ogni lavoro sia più impegnativo che in passato. Per quanto mi riguarda non è un concetto che associo all’estetica, alla ruga o al capello bianco, quanto alla capacità, sempre più difficile di vivere ed assaporare ogni momento. Se vuoi ti dico cosa dice di noi occidentali affannati il Dalai Lama…

Cosa?

“Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.”

Quali sono le differenze tra la proposta Riminese e quella dei cugini della vicina Riccione?

Come dicevo prima, sono cambiati gli scenari e quindi ritengo anacronistico questo genere di confronto. Rimini, Riccione o Milano Marittima rappresentano un unico, grande e ricco territorio, la Romagna. Prima si troveranno gli strumenti e i linguaggi per comunicarlo al mondo prima torneremo ad esser leader sul mercato turistico.

Con l’annessione del Fuera, storica realtà gay riminese, la cultura lgbt fa il suo ingresso ufficiale al Coconuts, che significato ha per te?

La cultura lgtb oggi in Italia ha conquistato un vero e proprio riconoscimento, vincendo antichi e immotivati pregiudizi. Siamo orgogliosi di aver dato il nostro piccolo contributo partecipando alla prima edizione del RIMINI SUMMER PRIDE, una grande festa di gente e musica dove abbiamo portato come performer LA TROYA di Ibiza.

Qual è il primo consiglio che ti sentiresti di dare a un giovane che volesse seguire le tue orme?

Ripensaci! Scherzi a parte nei giovani di oggi, forse troppo abituati all’immediatezza, del linguaggio, delle chat, delle connessioni… consiglio di riflettere, di studiare, di appassionarsi e di essere umili, perché nella vita non si è mai “arrivati”.

Per concludere, ci puoi dare qualche anticipazione sui nuovi progetti che vi coinvolgeranno? Dopo l’incredibile avventura della Molo Street parade con Fabri Fibra, Ellen Alien ed altri 80 dj… una sorpresa lunga un mese che si concluderà con un grande evento… te lo devo proprio dire?

Sì.

Chemical Brothers e 2 Many Dj’s sulla sabbia al porto di Rimini!!