Paolo Bravura condivide le atmosfere di una cena Seventies…

Sono sempre estremamente restio a rivelare episodi della mia vita, soprattutto quando questi coinvolgono persone a me care, da parte di cui godo, da imperitura memoria, della loro amicizia e complicità. Ma ormai viviamo in tempi oscuri, dove nulla è più circondato da quell’alone di riservatezza, e talvolta d’intesa, che ha sempre contraddistinto le mie frequentazioni. Detto questo… Ricordo, come fosse ieri, e con una punta di malcelato rimpianto dei bei tempi andati, una cena che, all’epoca, era cosa abituale, per me…

Eravamo ospiti, in uno dei suoi svariati indirizzi, del Principe Ugolino Riario Colonna Aldrovandi della Gherardesca (ma per noi amici, semplicemente Ugy), in un giorno qualsiasi della settimana (Ugy era solito ricevere di martedì e mercoledì, gli altri giorni riposava). Gli amici presenti, i più significativi, a mia claudicante memoria, erano i seguenti (tra parentesi, la loro occupazione, per chi non li conoscesse): Minnie Minoprio (soubrette all’epoca in voga), Amintore Fanfani (politico), Adriano Panatta (tennista), Jean-Paul Belmondo (attore), Ugo Zatterin (giornalista Rai), Egidio Calloni (calciatore), Lord Mountbatten (ultimo Viceré dell’India), Alberto Lupo (presentatore Rai), Tony Dallara (cantante), Roberto Calasso (scrittore), Inge Feltrinelli (editrice), Bombolo&Cannavale (comici in voga all’epoca), Awanagana (DJ in voga ai tempi), Renzo Arbore (mattatore televisivo), Edwin Moses (atleta), Mariano Rumor (politico), i Platters (ma senza la cantante), Franco Zeffirelli (regista), Gianni Minà (giornalista televisivo) e Franco Califano (cantante)…

La serata si preannunciava elettrizzante, eravamo stati invitati da Ugy perché la sera successiva ci sarebbe stato il “red carpet” dell’ultimo film in uscita di Zeffirelli, “Bombolo&Cannavale contro Romeo&Giulietta”, un film fantasy storico-demenziale che come genere, all’epoca, era in voga… Ugy, da persona chic e riservata qual era, non amava apparire sui red carpet, quindi ospitava a cena… Subito arrivati, capii che qualcosa, però, sarebbe andato storto…

Ugy aveva da poco cambiato il suo butler personale, e questi era al suo primo ricevimento, e sentiva la pressione… quando Anand (il butler era indiano, di etnia Gujarati), cominciò a servire i canapè, Ugy si accorse del suo primo errore, e urlò: “Questo non è il servizio adatto per servire i canapè, Anand!!!”

Come Adriano Panatta sentì la parola ‘SERVIZIO’, per un riflesso incondizionato prese un bastone, che trovò, casualmente, vicino a lui, e cominciò a lanciare verso l’alto il suo piatto, che colpi poi violentemente, come nell’atto di ‘servire’ durante una sua partita di tennis. In un attimo, tutti i cocci si sbriciolarono addosso ai convenuti, ma nonostante Gianni Minà lo implorasse di smetterla, Panatta continuò imperterrito a ‘servire’ tutto quanto gli capitava tra le mani, fino a quando, furbescamente, Awanagana gridò, più che poté, “DOPPIO FALLO”! Immediatamente, Adriano si calmò, scuotendo la testa e imprecando alla sua destra, verso un silenzioso Roberto Calasso, credendolo il suo allenatore. Questi, da scrittore elegante qual era, non proferì parola…

Nel frattempo, sperando di stemperare la tensione, Tony Dallara cominciò a cantare ‘COME PRIMA’, con tutto il suo animo in corpo, ma, a tal provocazione, i Platters, anche loro, intonarono “ONLY YOU”. La cacofonia che ne seguì fu imbarazzante, a parte Minnie Minoprio che, entusiasta, cinguettò: “Ma che bel momento di musica leggera!!! ( che, i maligni dissero, era l’unica frase che riusciva a dire).

Più defilati, Ugo Zatterin cercava di mettere a confronto (non si parlavano da anni, viste le opposte correnti politiche democristiane) Amintore Fanfani con Mariano Rumor, ma, anche qui, pare che Fanfani pronunciasse una serie di epiteti in dialetto aretino, tanto che Rumor, giustamente, se ne andò, salutando solo Inge Feltrinelli, che, in quanto tedesca, sorrideva gentile a quel trambusto, così tipicamente italiano…

Ugy fece l’errore di andare in camera sua con Franco Califano, e quando tornò era visibilmente alterato, ma si sa, il Califfo era il Califfo.

Nel frattempo, vista la mal riuscita cena, Alberto Lupo cominciò a telefonare a non si sa bene chi, promettendo alla sua interlocutrice delle cose particolari, tanto che Renzo Arbore, che si trovava suo malgrado vicino al telefono di casa di Ugy, dentro di sé pensò: “Questa potrebbe essere una buona canzone (fu lui che, anni dopo, scrisse ‘CHE COSA SEI’, cantata da Mina e, appunto, un riconoscente Alberto Lupo).

In disparte, per fortuna, Lord Mountbatten stava rollando una canna di ottimo charas indiano (una delle poche cose che riesci a portare via dall’India) con Jean-Paul Belmondo ed Egidio Calloni (il quale Calloni, dopo aver fumato la canna, diventò di lì a poco, una schiappa a calcio, tanto da essere soprannominato ‘sciagura’… ma credetemi, il charas indiano è potentissimo…). E fortuna vuole che Edwin Moses non si aggregò per cena, altrimenti non avrebbe più avuto la forza di saltare gli ostacoli, come sapeva magistralmente fare…

Bei tempi, gli Anni ’70… che cene, che ritrovi, che emozioni… bei tempi, gli anni ’70…

Your sincerely,
Paolo Bravura