Un antico castello, quello di Granarola, torna a vivere grazie all’intervento di Marco Morosini e del suo Studio. Un progetto nato per caso che ci ha restituito un borgo dimenticato, con la sua atmosfera onirica e sospesa, dove soggiornare e – soprattutto – “vivere la favola”.
Text > Lorella Monchi
Con tutta probabilità fu intorno al VI secolo che sorsero i primi nuclei fortificati in cima a questi colli, per mano delle popolazioni Bizantine. Nel caso di Granarola, esistevano già degli agglomerati di epoca imperiale e in questi resti si insediarono le genti che ampliarono il castello.
La prima indicazione storica di Granarola come castrum è del 998, il castello era degli arcivescovi di Ravenna, da più di cento anni.
Una pergamena del 1192 descrive il castello già circondato da una di una cinta muraria. Ne deriva che alla fine del XII secolo lo sviluppo urbano era ormai completo e il castello poteva ritenersi “urbanisticamente assestato”, dotato di mura in pietra o laterizio, con il bosco che ne occultava la vista dalla valle e da un fossato, come descritto in una pergamena del 1215.
Nel 1227 è citato anche il burgus, il piccolo agglomerato di case esterno alla cinta muraria, sorto intorno all’odierna parrocchia di San Cassiano e nella zona antistante la chiesa, segno dell’ottima salute del castello e di una certa sicurezza politica.
È nel basso Medioevo che nacque l’insediamento “moderno” di Granarola, e che si posero le basi per tutta l’economia agricola della valle.
Proprio tra Medioevo e Rinascimento, le terre contese tra Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, e Federico da Montefeltro, duca di Urbino, videro sorgere borghi e paesi tra i più straordinari d’Italia. E in un paese tanto ricco di testimonianze storico-artistiche, sorprende che si possa correre il rischio di dimenticarsi di luoghi unici come il Castello di Granarola.
“Da bambino, abitavo a tre, quattro chilometri da qui” ci racconta Morosini. “Mi è capitato di passare di nuovo in queste zone e di scoprire che dell’antico borgo non era rimasto altro che un ammasso di ruderi, crollati in gran parte, su cui crescevano erba e sterpaglie… però l’atmosfera ti arrivava lo stesso, al punto che mi sono trovato a chiedere informazioni, senza avere in mente un progetto preciso.”
L’acquisto dell’area da parte di Brandina avviene nel 2007. La mission è “Restituire l’originale bellezza perduta a questo luogo. L’Italia del resto questo è: un susseguirsi di città, paesi, piccoli borghi medioevali e rinascimentali in primis che non trovi in nessun altro luogo al mondo.”
Nel 2008 iniziano i lavori e nel 2013 il restauro conservativo giunge a conclusione “Senza l’aggiunta di un solo centimetro cubo: i volumi sono rimasti gli stessi, i materiali usati pochissimi, cotto, sassi, mattoni, legno e acciaio Cor-Ten, che con la sua tonalità cromatica ossidata conferisce un effetto materico, caldo e intenso, alle superfici. Tutto nel rispetto della natura di questo luogo.”
Non un restauro nostalgico, però, “Per la serie rimettiamo la trave vecchia, il mobile vecchio, il letto con i merletti, l’armadio che sa di naftalina? No, assolutamente. Se all’esterno ho fortemente voluto restituire a Granarola la sua forma “originale”, per l’interno ho preferito disegnare arredi moderni e creare ambientazioni contemporanee. Ho collaborato con artigiani del posto scegliendo non la via del prodotto industriale, ma realizzando pezzi unici su disegno. Tutto quello che usi e vedi qui è frutto di questa scelta.”
Le residenze ricavate sono nove “Ciascuna delle quali ha un tema specifico: si va dalla Tana della Volpe alla Bianca Maiolica, dalle Magiche Bottiglie al Mare, da Sopra il Cielo alla Torre dell’Artista, e così via. Ognuna ha in dotazione una cucina attrezzata, il living, una zona letto, e la stanza da bagno. Ma nessuna è uguale a un’altra.”
Ampi spazi, il più piccolo tra gli appartamenti misura 40 metri quadrati, ciascuno con una propria anima “E assolutamente inediti nello spirito, con un concept diverso da quello offerto da un executive hotel o da una long stay house tradizionale.”
Il gusto per il bello, la tranquillità offerta da questa location amena, la tranquillità di soggiorni settimanali in estate, o weekend unici in inverno è ciò che spinge a scegliere il Castello di Granarola “Con il vantaggio di essere defilati sì, ma in posizione strategica sia rispetto al mare, Baia Vallugola è a soli 5 minuti d’auto, e Cattolica o Fano a 10, sia rispetto alle principali vie di comunicazione, che distano massimo una decina di chilometri.”
Una clientela internazionale che sceglie Granarola non solo come rifugio, ma anche per partecipare alla sua atmosfera unica “E non a caso s’instaurano spesso momenti di condivisione a bordo piscina o intorno al barbecue… ed è davvero come se l’antico borgo tornasse a vivere.”
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