Come l’Internet delle Cose sta iniziando a plasmare le nostre vite. Immense le possibilità: dalla Smart City alla domotica, agli ausili elettromedicali, a ogni parte della nostra esistenza.
Text > Sabina Ghinassi
Secondo la Gartner Inc., la multinazionale leader nella consulenza strategica, ricerca e analisi nel campo dell’Information Technology entro il 2020 saranno 50 i miliardi di dispositivi connessi dall’Internet of Things, l’Internet delle cose che è la massa di strumenti e applicazioni digitali che permettono non solo e non tanto alle persone di parlare con i dispositivi, quanto ai dispositivi di dialogare direttamente tra loro. Le possibilità sono immense: dalla Smart City, la città intelligente centrata sull’utilizzazione d’infrastrutture di rete per migliorare la sua efficienza economica e politica, lo sviluppo sociale, culturale e urbano, in chiave inclusiva e sostenibile, alla domotica, agli ausili elettromedicali, a ogni parte della nostra esistenza.
Al momento, comunque, le nuove tecnologie stanno affollando la nostra vita rendendoci tutti più connessi e, in preda a una bulimia di applicazioni, utili o accessorie, perdiamo molto tempo e ci alieniamo dal piano di realtà. Stiamo sacrificando, in nome di questo comfort totalizzante, anche molta della nostra privacy e della nostra sicurezza. L’architetto Rem Koolhaas ha sottolineato come il digitale ci faccia essere più controllati e porti con sé un’idea sinistra e inquietante. Dal gps che ti rintraccia sempre, al pilota automatico, ai sensori per la temperatura a quelli impostati per accoglierti a casa: tutto registra il nostro comportamento. Viviamo come consumatori sempre controllati e traducibili in un algoritmo che ci collegherà a una merce che dovremo acquistare. E la giurisprudenza fatica a raggiungere la velocità di queste trasformazioni.
In questa giungla oscura, però, ci sono anche alcuni progetti interessanti, applicazioni che possono agevolarci veramente la vita. Lo studente di Stanford Joshua Browder, dopo aver preso 30 multe a Londra, ha inventato DoNotPay, il primo avvocato virtuale gratuito per chi vuole contestare una multa per divieto di sosta. Il programma fa una prima analisi del caso, attraverso domande mirate per verificare se ci sono elementi per contestare la sanzione. In caso positivo, guida l’utente nella preparazione del ricorso. Lanciato nel marzo 2016 a New York, in tre mesi ha assistito con successo 9.000 persone.
Uno degli oggetti del desiderio contemporaneo sono anche le Tesla: elettriche, con pilota completamente automatico, design affascinante, autonomia di 400 km e, se ricaricate nelle stazioni Superchager Tesla, ricaricabili gratis in 30 minuti. Fondatore di Tesla e di PayPal, è Elon Musk: a lui si devono anche il Powerwall, sistema di accumulo di energia solare a batterie al litio, e l’Hyperloop, il treno ad altissima velocità( 1000 km orari), alimentato con energie rinnovabili, attualmente in fase di sperimentazione. Prime tratte previste per Hyperloop sono Los Angeles-San Francisco nel 2019 (610 Km in 34 mn) e Dubai per Expo 2020. L’Italia difficilmente potrà ospitarne uno, anche se partecipa alla sperimentazione con le sospensioni della start up Ales Tech, ed è patria dell’ imprenditore geniale Gabriele Bibop Gresta che, con la sua Hyperloop Transportation Technologies, co-finanzia il progetto.
Sempre sul versante locomozione, ma più slow con tanto di percezione del paesaggio, lo studio austriaco di Design Vello ha inventato la Vello-Bike, la prima bicicletta elettrica pieghevole in grado di autocaricarsi attraverso la pedalata grazie a una batteria al litio. Per quanto riguarda il benessere psicofisico, arriva il bracciale Zena che converte frequenza cardiaca, sudorazione, respirazione , temperatura in informazioni emozionali, indicando gli esercizi per sedare tensione, stress e infelicità.
BOLDR è invece il Life Coach virtuale i cui obiettivi principali sono aumento della consapevolezza, acquisizione nuove competenze e obiettivi personali. Il target di riferimento per questa chatbot sono liberi professionisti e aziende. Decisamente più agile per il Team Building del ritiro claustrale in monastero a sperimentare l’ora et labora di San Benedetto.
Anche le tecnologie biomedicali stanno cambiando. Per una frattura sono pronti bellissimi esoscheletri stampati in 3D L’azienda unyq. invece crea protesi personalizzate per chi ha subito un’amputazione, e strutture in lattice per la scogliosi che, grazie alla tecnologia Intel Curie, ti dicono se hai indossato il busto correttamente, quando puoi toglierlo e pianificano quanto lo devi indossare. Anche queste molto belle: sembrano corpetti di pizzo chantelle.
Insomma, avremo un angelo custode digitale che risolverà ogni problema e ci darà cosa indossare, che, in base ai nostri parametri psicofisici, ci dirà cosa mangiare, magari in un ristorante a 1000 km di distanza, dopo essere stati per 50 mn in una capsula sparati a una velocità superiore a quella del suono. Ammesso che abbiamo ancora appetito. Ci resta sempre, se non abbiamo una Gabbia di Faraday in cui rifugiarci, la possibilità di disconnetterci. O forse no…
NO COMMENTS